Nella Terra di Mezzo...
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La magia dei desideri realizzati, non è utopia, non sono loro a non esistere, ma siamo noi che li blocchiamo smettendo di crederci. (Ejay Ivan Lac)
 
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 Altro Rituale ;-))

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Asineth
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MessaggioTitolo: Altro Rituale ;-))   Altro Rituale  ;-)) Icon_minitimeGio Ott 18, 2012 4:02 pm

Celebrare Samhain


Samhain o, più precisamente Samonion, è sicuramente il sabbat più importante del Calendario celtico antico e del calendario neopagano attuale.

La fanciulla dei fiori torna nel
mondo infero, da ora in poi sul
mondo dominerà Cailleach, la
megerra, la vecchia. Esso è prima di tutto lo spartiacque tra un anno agricolo e l’altro, infatti il «ciclo della Terra» si chiude con la fine del raccolto e, contemporaneamente, ricomincia con l’aratura e la semina. Era il «Capodanno celtico» e rivestiva presso questo popolo un’importanza tale che la sua celebrazione continuò fino al Medioevo, sebbene già nel III secolo dopo Cristo, in Francia si sia cercato di «cristianizzarlo» con l’istituzione della festa di Ognissanti, il 1º Novembre.
Sebbene in Italia i Celti abitassero solo la parte settentrionale della penisola, i riti dedicati ai defunti erano diffusi presso tutti i popoli abitanti, lo stivale e rivestivano grandissima importanza anche quando non segnavano il Capodanno ufficiale (ad esempio presso i Romani l’anno si concludeva a Dicembre e ricominciava a Febbraio), al punto che il culto dei morti e i riti precristiani a esso associati sono giunti quasi intatti ai giorni nostri.
A mio avviso, le celebrazioni di fine ottobre hanno attraversato quasi indenni il tempo grazie all’universalità del loro tema centrale: la Morte, dalla quale sono imprescindibili anche la rinascita e, dunque, la Vita. Poiché la morte si manifesta ovunque ci sia vita indipendentemente dalle fedi religiose e i custumi culturali le comunità umane hanno trovato, almeno fino a qualche decennio fa, risposte religiose, rituali e culturali simili sebbene appartenenti a diverse epoche e differnti luoghi.
La celebrazione proposta si discosta da quelle più moderne attingendo, invece, alle antiche tradizioni italiane e alle diverse religioni che si sono avvicendate sulle nostre terre costituendo un patrimonio culturale e spirituale unico e ricco, al quale rivolgerci con gratitudine e fiducia nella lunga ricerca della consapevolezza interiore.


La Casa e l’Altare

Come sempre il primo passo per allinearsi con le energie della stagione è di preparare la casa e l’altare ad accogliere lo spirito divino, e le energie cosmiche che muovono quanto ci circonda, noi e la nostra stessa vita.

In Cina i crisantemi simboleggiavano il
Sole e, per riflesso l’Imperatore in
quanto «figlio» dell’astro. Sono anche
emblema della forza, la vita e
l’eternità, per questo in Occidente
furono considerati l’offerta più
appropriata ai defunti. Preparare la casa e l’altare è molto importante perché ci aiuta a preparare la nostra mente e il nostro spirito ad armonizzarsi con le energie del Sabbat.

Il termine gaelico Samonion, con il quale, nel calendario di Coligny è indicato questo Sabbat vuol dire «fine del samos» ovvero fine del periodo Luminoso, estivo, estroverso. Segna dunque l’inizio del periodo «giamos» dell’energia oscura, invernale, introversa.
Se non lo avete ancora fatto a Mabon legate le tende con passamaneria marrone, sostituite le tovaglie chiare con tappeti o copritavolo in lana dai colori caldi.
Addobbate la casa con cesti di frutta di stagione, cornucopie, zucche e melograni. Candele, pigne e crisantemi. I colori dominanti della stagione sono il bianco, simbolo della luce che si allontana, il rosso o l’arancione, simbolo del sole e del sangue ovvero della vita e il nero, simbolo dell’ Al-di-là, del ventre oscuro della Dea-Terra, del calderone magico nel quale ogni cosa muore per subire quel processo di trasformazione che si concluderà con la rinascita a Imbolc.

Secondo un antica credenza abruzzese, dal 1 Novembre e fino alla Candelora gli spiriti dei defunti alloggiano nelle case che un tempo hanno abitato o presso i loro famigliari in vita, perciò allestite in un angolo della casa un piccolo altare per i vostri defunti. Secondo i Greci, la cosa peggiore che potesse accadere ai morti era essere dimenticati dai vivi e a tale scopo durante il funerale erano inscenati strazianti lamenti, per rassicurare il morto circa l’affetto dei vivi e che quindi non sarebbe stato dimenticato. Sebbene non si possa dire con certezza come stiano le cose, alcune esperienze mi hanno fatto pensare che forse, in qualche modo, alcune anime desiderano essere ricordate, senza che sia necessario strapparsi i capelli alla maniera greca. A tal fine, rendete l’altare dei morti permanente, addobbatelo con fiori e in modo grazioso, così da rivolgere loro qualche pensiero di tanto in tanto e qualche preghiera.


L’Altare di Samhain

Vestite l’altare di bianco, nero e rosso o arancio.
Come sempre mettete sull’altare i simboli della stagione: zucche, la jack o’ lantern, pigne, mele e ghiande.
Al centro mettete un calderone, simbolo del ventre della Dea e un brucia-incensi.
Aggiungete tre candele una bianca, una rossa e una nera.

Inserire i defunti nel nostro altare, iuta
a mantenere con questi un dialogo d’ amore
e saggezza, ricordandoci da dove veniamo e
dove stiamo andando. Accanto al calderone mettete un pezzetto di pergamena e una penna da usare il 31 ottobre per la celebrazione di Samonios.
Al centro dell’altare ponete le fotografie dei vostri cari ormai defunti, salvo che non abbiate già allestito un altare dei morti.
Ora, secondo la vostra religione ponete la statua del Dio e della Dea con i loro attributi:

Se vi rifate al pantheon celtico mettete la Dea al centro fra Cernunnos e il Maponos. Le due divinità maschili si fronteggiano come la luce e le tenebre, sappiamo benissimo chi dei due vincerà questa volta. Il Maponos ci volge dunque le spalle, oppure è steso a significare la sua morte o, ancora, potete mettere Cernunnos e la Dea in posizione sopraelevata rispetto al Maponos.

Se la vostra tradizione di riferimento è ellenica, allora nel nostro altare figureranno Demetra che guarda Persefone ormai fra le braccia di Ades o ormai fra i melograni.

Presso i Romani le festività autunnali si svolgevano in Novembre ed erano dedicata a Bacco, mentre il 15 Ottobre era celebrato l’Armilustrium, una festa in onore di Marte, patrono di Roma, durante la quale si benedivano le armi, segnando l’inizio del periodo d’inazione. Per questo al centro del nostro altare Gentile porremo Marte e Bacco, il primo simboleggiato dall’athame o il coltello e il secondo da pampini o uva.

Presso i nordici, infine, il 15 Ottobre si festeggiava il Winterfilled, letteralmente «l’inverno si sta preparando». Questa festa era dedicata a Frygg, dio solare della prosperità ma anche dei morti. Infatti Frygg è signore degli Elfi e cavalca il cinghiale d’oro, dono dei Nani, entrambe creature che incarnano gli estinti, e abitano le regioni dell’Al-di-là.

Perciò l’altare norreno onorerà Frygg rappresentato con una scrofa e una spada.


La celebrazione
Il «bobbing for apple» è il gioco più popolare
di Halloween. Faceva parte degli antichi riti
celebrati per Samhain dai celti presso i quali
le mele erano investite di forti significati
simbolici in quanto frutto dell’Albero Cosmico,
che mette in comunicazione i mondi.

Come sempre la celebrazione presentata è stata ideata per un gruppo, tuttavia è perfettamente adattabile a una celebrazione solitaria o di coppia. Samhain richiede una celebrazione molto particolare, differente da quella di tutti gli altri sabbat a cominciare dall’abbigliamento. Già presso i popoli antichi era usanza, in questo periodo travestirsi, non solo da spiriti ma anche e soprattutto in un modo stravagante finalizzato a sovvertire in quei tre giorni le normali regole della vita sociale.

Ad esempio i druidi, usavano abbigliarsi per Samhain da donne, mentre le sacerdotesse si abbigliavano da uomini. Questi avevano la finalità di ritualizzare e richiamare il raggiungimento dell’androginia, cioè del superamento della sessualità fisica e e della divisione per giungere all’armonia interiore ed esteriore perfetta tracendendo, finalmente i comuni limiti umani. Allo stesso modo le persone comuni indossavano abiti da vecchi se erano giovani e da folli se ritenuti saggi, ogni regola sociale era stravolta sia con il costume sia con il comportamento al fine di ribadire che tutto ciò è solo arbitrario e soggetto al mutamento e che ogni cosa contiene il proprio opposto. Il costume non era scelto a caso o banalmente ispirato al mondo delle tenebre e della paura ma aveva un suo significato preciso. Rappresentava le paure, le speranze, le delusioni e i voti di ciascuno dei partecipanti, le sue preghiere e e le sue promesse. Dunque mettete particolare attenzione nella scelta del vostro costume.

Samahin è un momento importantissimo e la sua celebrazione è carica di simbolismo e tensione. Per la sua celebrazione vi occorreranno:

– Una pira, un grande cero, oppure un braciere: il fuoco svolge un ruolo molto importante. Anticamente per la sera di Samuin (antico nome della festa in Irlanda) tutti i focolari erano spenti e ripuliti, quindi preparati con le fascine per essere accesi la notte con il fuoco sacro del grande falò centrale. Il fuoco nel focolare, infatti, rappresentava l’abbondanza, il benessere, la sicurezza e la salute. Infatti, un tempo, i cibi erano cotti sul fuoco del camino che era anche, l’unica fonte di calore della casa.

– Del vischio o del muschio quercino: Il vischio è, come si sa, un simbolo solare molto importante. Qualche foglia di vischio essiccato servirà per evocare la presenza del sole che darà al fuoco il suo potere rendendolo sacro. Questo ha il valore simbolico di conservare la Luce nelle nostre case e nei nostri cuori anche durante l’inverno.


Samhain rappresenta lo spartiacque tra
un ciclo e l'altro, l’attimo cosmico in cui
qualcosa è appena morto e qualcos’altro
sta per nascere. In questa sospensione
spazio temporale può avvenire di tutto. – Una candela rossa, nera o bianca per partecipante: questi sono i tre colori di Samhain. L’energia giamos, nella quale Samhain c’introduce, è propizia alla meditazione, l’introspezione e la scoperta di se stessi. Coloro che intendono esplorare e portare nel mondo gli aspetti più razionali, coscienti ed espansivi dell’«energia Samos» parteciperanno al rito con una candela bianca. Tutti coloro che, invece, si sentono più vicini all’«energia Oscura» e che s’impegnano a portare nel mondo i misteri e la magia dell’ energia «Giamos», recherà in mano una candela nera. Infine, coloro che desiderano trarre energia dalla tensione esistente fra i due poli Samos e Giamos sceglieranno una candela rossa.

– Un pezzo di pergamena a testa e una penna: Quali sono i frutti che abbiamo raccolto? Cosa vogliamo seminare? Prima di recarvi alla riunione fate un bilancio del vostro anno, sul bigliettino di pergamena scrivete un desiderio, una parola o un emblema che simboleggi i rami che volete tagliare e i semi che volte spargere in voi stessi, per tornare rigenerati in primavera.

– Una bacinella, dell’acqua e delle mele per il famoso gioco del «bobbing for apple» - «la caccia alle mele».

Un area riservata al banchetto rituale. Ricordate che anche i defunti o compagnia silenziosa saranno ospiti del convitto. Se siete in numero sufficiente il banchetto può essere precedentemente preparato da nove donne del gruppo come vuole la tradizione Irlandese, per il menu potete attingere alla tradizione Italiana la quale vanta una gran moltissimi piatti rituali per la festa di Ognissanti. Per rendere scorrevole la cerimonia preparate l’ area del banchetto prima di iniziare, ponendo già a tavola tutte le portate o almeno quelle che saranno consumate per prime.

Se siete un gruppo formate un cerchio attorno al fuoco centrale, ciascuno tenga in mano una candela del colore corrispondete ai suoi voti per l’anno che viene. Dopo che il Druido o la sacerdotessa del gruppo avranno benedetto l’ area rituale e l’avranno purificata con un incenso preparato per l&rasquo;, una delle donne del gruppo accenderà il fuoco rituale recitando la formula magica che un tempo le donne irlandesi recitavano tutte le mattine mentre accendevano o ravvivano il fuoco del camino:

Beannachadh Beothachaid (Gaelico)

Togaidh mi mo theine an diugh,
An lathair ainghlean naomha neimh,
An lathair Airil is ailde cruth,
An lathair Uiril nan uile sgeimh,
Gun ghnu, gun tnu, gun fharmad.
Gun ghiomh, gun gheimh, roimh neach fo’n girein,
Ach Naomh Mhac De da m’thearmad.
Gun ghnu, gun tnu, gun fharmad.
Gun ghiomh, gun gheimh, roimh neach fo’n girein,
Ach Naomh Mhac De da m’thearmad.

Dhe fadaidh fein na m’ chridhe steach,
Aingheal ghraidh do m’ choimhearsnach,
Do m’ namh, do m’ dhamh, do m’ chairde,
Do ’nt - saoidh, do ’n daoidh, do ’n traille.
A Mhic na Moire min-ghile,
Bo ’n ni is isde crannchaire,
Go ruig an t - Ainm is airde.
A Mhic na Moire min-ghile,
Bo ’n ni is isde crannchaire,
Go ruig an t - Ainm is airde.


Benedizione sul fuoco che divampa al mattino (Italiano)

Ravviverò il mio fuoco stamattina
Alla presenza dei santi angeli del Cielo,
Alla presenza di Ariel, splendido giovane,
Alla presenza di Uriel dei mille incanti,
Senza invidia, senza malizia, senza rancore,
Senza paura, senza tremare alla luce del sole,
Perché il Santo Figlio di Dio mi protegge.
Senza invidia, senza malizia, senza rancore,
Senza paura, senza tremare alla luce del sole,
Perché il Santo Figlio di Dio mi protegge.

E tu, Dio, ravviva nel mio cuore,
Una fiamma d’amore per il mio vicino,
Per l’amico ed il nemico, per tutti i miei congiunti,
Per l’audace e il timoroso, per il povero ed il servo,
O Figlio della dolcissima Maria,
Dalla più misera cosa sulla terra,
A quel Nome che più di tutti in alto sta.
O Figlio della dolcissima Maria,
Dalla più misera cosa sulla terra,
A quel Nome che più di tutti in alto sta.


A questo punto, ognuno si avvicina al fuoco centrale, accende la propria candela e lancia nel fuoco il biglietto con il desiderio scritto sopra. Le fiamme porteranno la preghiera fino agli Dèi e saranno messe in moto le energie che durante l’anno ci porteranno a realizzare le nostre aspirazioni. Tornati a casa, riaccenderemo il fuoco del nostro altare a partire dalla candela usata durante la cerimonia recitando «La benedizione sul fuoco che divampa».

Ora che il nostro animo è pronto ad accogliere le anime dell’Al-di-là possiamo recarci al banchetto sacro.
Ispirandoci a una tradizione albanese e di alcune regioni italiane nelle quali è usanza, la notte del 2 Novembre, banchettare al cimitero per rallegrare i morti ci rechiamo con le nostra candele in mano verso l’area allestita per il banchetto come faranno i morti fra breve, sfiliamo intorno al tavolo facendo dei giri concentrici in senso orario formando così una spirale d&erquo;energia della quale la mensa è il centro. Volendo è possibile agevolare la percezione della loro presenza al banchetto ponendo le foto degli estinti sul tavolo. Mettiamo le candele nei portacandela, a tavola, prendiamo sediamoci in silenzio, la Sacerdotessa invita la Compagnia Silenziosa ad entrare e prendere posto accanto a noi. Ora tutto è silenzio, la compagnia entra, sfila lentamente intorno al tavolo, avvertiamo la presenza degli spriti accanto noi.
Anticamente, ogni Samhain i bardi
si riunivano su una collina dove si
sfidavano allo scopo di confrontare,
mostrare e condividere la propria
bravura e preparazione. Ascoltiamo quello che hanno da dirci, accogliamo il messaggio che proviene dalla profondità della Terra, prestiamo orecchio ai messaggeri della Dea: l’unica che possa elargire il rinnovamento. Non c’è un tempo stabilito per il colloquio con gli spirito, può durare un minuto o un quarto d’ora, avviene nel silenzio e nell’immobilità a un certo punto il corpo cambia posizione, il respiro riprende il suo solito ritmo è segno che il colloquio è finito, ora è il tempo della festa, i morti, dicono in alcune regioni, hanno bisogno di divertirsi, è Samhain, il tempo della follia. Balliamo con gli spiriti, facciamo ridere i morti per i quali abbiamo pianto. Non li abbiamo mai perduti, non li abbiamo mai avuti. La vita e la morte sono solo i due estremi di un altalena che da oggi e fino al 2 Novembre, per tre straordinari giorni è in perfetto equilibrio!

Ovviamente da qui in poi tutto è lasciato alla fantasia, l’ immaginazione. Come si sa questa è anche la notte dedicata alla divinazione che è spesso inserita nei giochi. Ad esempio, si usa mettere un anello o un altro oggetto nei piatti durante la loro preparazione, colui o colei che troverà l’oggetto nel suo boccone si sposerà entro l’anno oppure vedrà realizzato un suo desiderio. Un altro modo è partecipare alla famosa «caccia alle mele» chi coglierà la prima mela sarà fortunato durante tutto l’ anno. Anticamente, quando da un buon matrimonio diendevano molte cose, si diceva anche che, per sognare il futuro sposo si doveva dormire con la mela pescata a Samhain sotto il cusciono.
In ogni caso il gioco di «bobbing for apple» è molto semplice ed è l’ per scaldare l’atmosfera, ecco le sue regole.
Si pongono diverse mele in un catino pieno d’acqua, coppie di giocatori dovranno catturare le mele avendo le mani legate dietro la schiena entro un tempo stabilito.


Goloso, festoso, lunga un intera notte, irriverente, sovversivo: ecco lo spirito di un banchetto di Samhain. Qualsiasi altra aggiunta sarebbe superflua, buon divertimento, buona morte e buona rinascita a tutti.
Prima di chiudere però, voglio consigliare un piccolo rito a chi ha figli o nipoti da svolgersi la mattina dell’1 o del 2 Novembre. Si tratta di un usanza siciliana, sperimentata da Bimbasperduta:

In Sicilia i genitori, la notte fra l’1 e il 2 novembre, nascondo in casa i doni dei morti. Un tempo erano frutta martorana, fichi o pupi di zuccaro, oggi sono per lo più giocattoli. Al mattino i piccoli devono cercare per casa il regalo che i morti hanno nascosto. Il risultato è una vera e propria caccia al tesoro, i bambini sono sempre molto eccitati e sebbene l’era moderna scoraggi il sogno, la fantasia e la credenza in un mondo che vada oltre quanto possiamo toccare e sentire con i cinque sensi, la frase: «questo l’hanno portato i morti» provoca sempre in loro una certa emozione, un brivido. Quel pizzico di paura misto a letizia che a Samhain non dovrebbe mai mancare, una curiosità nei confronti dell’ignoto. Il dubbio che forse, i morti davvero sono venuti a portar loro i doni. Anche quando rispondono: «Ma se lo hanno portato i morti perché è incartato con la nostra carta regalo?», nonostante questa logica ferrea la mattina del 2 Novembre è per i piccoli sempre un momento magico. Una volta scartati i regali i bambini sono portati per cimitero a ringraziare i morti del dono ricevuto. Questa piccola usanza può essere arricchita con una colazione a base di meini, pan de’ morti o di altri dolci tipici di questo periodo, così che sia una giornata ancora più per i nostri piccoli e noi,


Felice Samhain a tutti, si rigeneri il vostro spirito così come si rigenera la Terra Igea

RuhaniGratidia


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